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ETF: Guida completa per investire a basso costo
ETF: Guida completa per investire a basso costo

ETF: Guida completa per investire a basso costo

DISCAIMER: Questo articolo non è un consiglio di investimento ma ha fini prettamente didattici e di informazione. Il lettore si assume ogni responsabilità in merito alle somme che decide di investire.

In questo articolo vi voglio raccontare di uno strumento a disposizione per chi vuole investire con basse commissioni; gli ETF (Exchange Traded Funds).

Gli ETF sono prodotti finanziari che permettono di raggruppare azioni od obbligazioni (od entrambe), scelte dall’emittente dell’ETF stesso, in un unico fondo negoziabile in borsa.

La performance complessiva del fondo sarà data da tutte le singole performance degli strumenti contenuti all’interno dell’ETF.

Gli ETF sono ottimi strumenti che permettono di diversificare il nostro investimento in modo ottimale sia dal punto di vista delle asset class (azioni, obbligazioni, materie prime) sia per quanto riguarda le aree geografiche.

La strategia di investimento è passiva, ovvero il fondo replicherà l’andamento di un determinato indice di riferimento (benchmark) come ad esempio l’indice FTSE MIB o l’indice S&P 500 americano.

ETF vs Fondi attivi

Vediamo qui già la prima grande differenza con i fondi attivi. Nei fondi attivi il gestore cerca di battere il mercato acquistando e vendendo attivamente vari titoli per generare rendimento.

Negli ETF il gestore del fondo non cerca di superare il mercato, ma di imitare i rendimenti dell’indice detenendo gli stessi titoli nelle stesse proporzioni dell’indice.

Grande differenza nei costi

Questa compravendita nel caso dei fondi attivi comporta, come è ovvio, costi per coprire tutta l’intermediazione finanziaria interessata. Spesso il costo di gestione di un fondo attivo supera il 2% annuo del capitale investito, mentre il costo di un ETF difficilmente supera lo 0,5%.
Considerando un periodo di investimento di 20 anni, investendo in un fondo attivo avremo una forte erosione del rendimento complessivo.

Molto esplicativa è l’immagine di seguito che ci indica quanto può crescere, anche grazie all’interesse composto, un investimento di $10.000 nell’arco di 50 anni ad un tasso lordo del 7%.
Interessante notare il divario nel montante finale che si avrebbe con una differenza di rendimento del solo 2%, ovvero il costo medio di un fondo attivo.

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Fonte: John C. Bogle, Il Piccolo Libro Dell’Investimento

Già questo elemento dovrebbe bastare per farci propendere a scegliere gli ETF come nostro strumento preferito.

Ricordo che sono strumenti ideali per l’investimento a medio/ lungo termine, e che non sono indicati per orizzonti temporali di breve termine dove si necessita liquidità nel breve periodo (meglio un conto deposito in questo caso).

Uno strumento versatile

Gli ETF sono strumenti adatti anche ai piccoli risparmiatori che vogliono pianificare una integrazione alla pensione pubblica o vogliono mettere a rendita liquidità extra.
Gli ETF sono quotati nelle principali borse mondiali ed ogni investitore attraverso un broker online può in autonomia acquistare piccole quote ogni mese.

La soluzione migliore a mio avviso è di dedicare una parte delle proprie entrate ogni mese (teoria dei sei barattoli) e di attivare un PAC, ovvero un piano di accumulo, dove andremo ad acquistare una somma costante dell’ETF di nostra scelta.

Come scegliere l’ETF giusto.

Prima di investire è fondamentale avere chiaro i proprio obiettivi di investimento e la propensione al rischio, solo così possiamo scegliere l’ETF su misura per noi.

ETF azionari vs ETF obbligazionari

Nel momento in cui si va a scegliere un ETF la prima cosa da considerare sono gli obiettivi di investimento.

Indicativamente con un orizzonte temporale di 5 anni è adeguato scegliere un ETF che contiene prevalentemente obbligazioni al suo interno, per dare priorità alla stabilità e alla preservazione del capitale.

Con orizzonti temporali maggiori di 10 anni si possono scegliere ETF azionari che nel lungo termine potrebbero generare rendimenti interessanti. Tuttavia è importante sapere che gli ETF azionari possono subire fluttuazioni di prezzo molto alte in breve periodo. Ecco perché è importante sceglierli solo se abbiamo intenzione di chiudere il nostro investimento solo dopo molti anni.

E’ molto importante costruire un portafoglio di ETF bilanciato tra obbligazioni ed azioni. Vi sono varie teorie a riguardo e vari portafogli di riferimento. Un esempio è il famoso “All Weather Portfolio” di Ray Dalio.

Dimensione del fondo e data di lancio

Un criterio molto importante è la dimensione dell’ETF. E’ preferibile selezionare solo ETF con dimensioni maggiori di 100 milioni di euro e con un data di lancio di almeno 5 anni. Questi due dati ci forniranno una prima indicazione sulla “salute” del fondo stesso ed uno storico sul quale potremmo effettuare un minimo di analisi anche se è sempre bene tenere a mente che i rendimenti pregressi non sono garanzia di rendimenti futuri.

Liquidità

La liquidità è l’indicazione della facilità con cui è possibile vendere quote di uno specifico ETF sul mercato. Come detto gli ETF sono scambiati sulle principali Borse mondiali, ma ogni ETF sarà scambiato in quantità maggiore o minore su una Borsa rispetto ad un’altra.
In altre parole la liquidità di un ETF si valuta considerando il volume medio giornaliero di negoziazione e la differenza bid-ask (spread).

Sul sito borsaitaliana.it troviamo una chiara definizione di bid-ask spread: “Differenza tra il prezzo bid (denaro) e il prezzo ask (lettera) praticato da un dealer. Il prezzo bid è il prezzo al quale il dealer è disposto ad acquistare uno strumento finanziario. Il prezzo ask è quello al quale il dealer è disposto a vendere uno strumento finanziario”.

La liquidità e lo spread bid-ask possono essere reperite su piattaforme di broker online, ovvero dove è effettivamente possibile acquistare gli ETF.

Provate voi stessi a cercare lo stesso ETF negoziato su due Borse differenti ed applicare la seguente formula: Spread= [(Ask-Bid)/Bid]*100
Il valore di Spread più basso indicherà una liquidità maggiore dell’ETF su quella specifica Borsa ed una nostra convenienza nel momento in cui andremo a rivenderlo.

ETF settoriali vs ETF globali

Gli ETF settoriali si concentrano su un settore specifico dell’economia, come tecnologia, salute, finanza, ecc. Questo permette agli investitori di mirare a settori che ritengono abbiano buone prospettive di crescita. Gli ETF settoriali sono più suscettibili alle fluttuazioni del settore specifico in cui investono. Se quel settore si comporta bene, l’ETF avrà rendimenti positivi, ma se il settore è in difficoltà, l’ETF potrebbe subire perdite più significative.

Gli ETF globali offrono una diversificazione più ampia poiché investono in titoli di diverse regioni geografiche e settori. Questo può ridurre il rischio associato a un singolo settore o a una singola regione. Gli ETF globali mirano a seguire l’andamento del mercato globale, offrendo un rendimento complessivo più equilibrato che riflette le tendenze dell’economia mondiale.

Personalmente ritengo gli ETF settoriali più adatti ad investitori esperti che si documentano costantemente su specifici settori e trend macroeconomici. Gli ETF globali sono più adatti invece all’investitore comune che vuole investire senza pensarci troppo e senza approfondite conoscenze finanziarie.

ETF ad accumulazione VS ETF a distribuzione

In un ETF ad accumulazione, tutti i dividendi, gli interessi e altri proventi generati dagli strumenti finanziari detenuti nel fondo vengono reinvestiti automaticamente nel fondo. Ciò contribuisce ad aumentare il valore patrimoniale dell’ETF senza generare pagamenti di dividendi agli investitori.
Gli ETF di accumulazione sono spesso preferiti da coloro che mirano a beneficiare dell’interesse composto, poiché i proventi vengono automaticamente reinvestiti nel fondo.

In un ETF a distribuzione, i proventi generati dagli strumenti finanziari del fondo vengono distribuiti direttamente agli investitori sotto forma di pagamenti periodici di dividendi.
Gli investitori ricevono flussi di cassa regolari in base ai proventi generati dai titoli sottostanti.
Gli ETF di distribuzione sono più adatti per gli investitori che cercano un flusso di reddito regolare proveniente dai dividendi generati dal portafoglio del fondo.

A mio avviso per l’investitore comune gli ETF ad accumulazione sono da preferire. Sono più efficienti a livello fiscale e permettono una crescita maggiore del capitale nel lungo termine.

Le spese di gestione o TER

Le spese di gestione annue dell’ETF sono espresse dal TER (Total Expense Ratio).
Il sito Moneyfarm ci dà una definizione completa di TER. Il TER è l’indicatore dei costi di gestione dei fondi comuni e comprende: le spese di commissione dei gestori del fondo, delle retrocessioni concesse al collocatore, le spese della società di revisione, del compenso della banca depositaria e di altri oneri a carico del fondo.

Comparazione tra due ETF (guida pratica)

Un ottimo strumento a nostra disposizione per determinare i costi di un ETF è il sito JustETF, che è un portale leader per quanto riguarda comparazioni di ETF e pianificazione di portafoglio.

Accedendo al sito, nella barra di ricerca in alto a destra, inseriamo il nome dell’ETF o il codice ISIN (codice internazionale che identifica univocamente gli strumenti finanziari).

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Una volta cliccato sull’ETF di nostro interesse, cliccheremo sul pulsante “confronta” posizionato a destra nella scheda dell’ETF stesso.

Ripetiamo la stessa operazione per un altro ETF che vogliamo comparare ed in seguito posizioniamoci con il cursore del mouse in alto a destra (a destra della barra di ricerca oppure a sinistra dell’icona utente), si aprirà un menù dove cliccheremo su “confronta in dettaglio la selezione”.

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Ci appariranno ora due colonne (se abbiamo selezionato due ETF per il confronto) dove sarà molto chiaro mettere a confronto i dati relativi degli ETF che vogliamo confrontare.

Nell’immagine possiamo trovare subito il nome dell’ETF, il valore dell’ultima quota ed il codice ISIN.

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Scorrendo in basso vedremo due elementi molto importanti, ovvero la data di lancio, la dimensione del fondo e l’indicatore sintetico di spesa (TER).

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Scorrendo ancora più in basso con il mouse avremo il confronto dei rendimenti preceduto da un grafico che ci presenta l’andamento ad 1 anno.


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I rendimenti vengono riportati in percentuale e suddivisi su diversi archi temporali. Il rendimento in percentuale può essere negativo o positivo in base a come si è comportato l’ETF nel rispettivo arco temporale.

Vale sempre la pena ricordare che i rendimenti passati non garantiscano rendimenti futuri, ma possono fornire un’idea di come si sono comportati gli ETF in diverse condizioni di mercato.

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Alla fine della comparazione c’è forse la sezione più importante chiamata “confronto dei rischi”.

E’ preferibile scegliere ETF con volatilità bassa, mentre Il rapporto rendimento/rischio di un ETF dovrebbe essere alto, poiché indica un rendimento potenziale superiore rispetto al rischio assunto.

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Due ETF che mi piacciono

A mio avviso Gli ETF “world” offrono un modo semplice per investire in un portafoglio diversificato a livello globale con un singolo strumento. Un ETF che ho personalmente in portafoglio è iShares Core MSCI World (ISIN IE00B4L5Y983) che è un azionario ad accumulazione.
Un altro ETF che permette una grande diversificazione è il Vanguard LifeStrategy 60% Equity (ISIN IE00BMVB5P51). LifeStrategy 60, significa che il 60% del portafoglio è allocato in azioni e il restante 40% in obbligazioni. Questo offre una diversificazione bilanciata tra asset ad alto rischio come le azioni e asset più difensivi come le obbligazioni.

Conclusioni

Abbiamo visto cosa sono gli ETF e come funzionano. Siamo entrati nel dettaglio su come effettuare un confronto dettagliato sulla piattaforma JustETF così da individuare in autonomia gli ETF con un costo più basso ed un rapporto rendimento rischio favorevole.
In ultimo ricordo che investire è importante, ma è uno step della piramide finanziaria che va attualizzato solamente dopo che ci si è costruito un fondo d’emergenza e che si è provveduto a proteggere il proprio patrimonio finanziario ed il proprio capitale umano con adeguati strumenti.

Attivare un piano di accumulo mensile su uno strumento di questo tipo è un ottimo punto di partenza per l’investitore alle prime armi.
E’ importante anche iniziare ad investire fin da giovani. Un approccio agli investimenti che condivido è quello utilizzato da Warren Buffet e Charlie Munger, che sostengono l’importanza del tempo per generare alti ritorni sull’investimento grazie all’interesse composto.

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A presto

                                                                                                                 Valentino Marchetti

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